Lo ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Catia Polidori, agli imprenditori lombardi riuniti a Busto Arsizio in un recente incontro sul futuro del settore tessile organizzato dal Consorzio Export Alto Milanese. "Si tratta di incentivi a favore delle imprese del settore tessile, calzature e pelletterie che volontariamente rendano visibile al consumatore la sequenza delle fasi di lavorazione qualificanti".
Il convincimento diffuso è che "la tutela dei prodotti italiani passa anche attraverso la tracciabilità che, allo stesso tempo, significa esaltazione delle peculiarità e dell'eccellenza dei nostri manufatti e difesa dalle contraffazioni".
Michele Tronconi, presidente di Sistema moda Italia, "apprezza l'avanzamento di questo progetto in un momento in cui le categorie produttive del made in Italy sono prese dalla battaglia a vari livelli per il riconoscimento della tracciabilità".
"Da sempre, come presidente della Camera della moda - dice Mario Boselli - ci siamo battuti per questi due pilastri: il made in extracomunitario e uno di tracciabilità facoltativo e autogestito. Quindi, spero proprio che si vada avanti così".
"Stiamo andando nella giusta direzione, quella di supportare le piccole e medie imprese, per le quali il costo delle prove tecniche resta sempre notevole - dice Vito Artioli, presidente di Anci - ma a preoccupare è la farraginosità delle norme, speriamo che non siano troppo complicate da applicare".
Più in particolare, oltre a rendere visibile al consumatore la sequenza delle fasi di lavorazione, la misura agevolativa mirerà a selezionare le esperienze migliori dei sistemi di tracciabilità volontari esistenti, ma anche a incentivare le imprese che in un momento di forte crisi dei settori interessati non hanno beneficiato della cassa integrazione.
Lo scopo è, inoltre, anche quello di semplificare le procedure amministrative come l'adozione del credito d'imposta come modalità di fruizione dell'agevolazione, utilizzabile esclusivamente in compensazione automatica attraverso il modello F24.
"La politica del Governo vuole rafforzare l'intera filiera, esaltare i punti di forza e favorire aggregazioni - ha concluso Polidori -. Un'azione costante e inflessibile che svolgiamo a tutti i livelli, ma è una dura battaglia anche a livello comunitario e per la quale stiamo sviluppando un'azione ad ampio raggio".
Toccherà alle aziende fare il passo.
Aziende che - il dato è emerso proprio a Busto Arsizio grazie a un questionario - credono alla tracciabilità.
Dice la direttrice di Centrocot, Grazia Cerini: "Il monitoraggio sul made in Italy ha riguardato 519 aziende, l'87% delle quali considera la tracciabilità un valore essenziale".
IL SOLE 24 ORE - Rita Fatiguso