Lo scorso 25 settembre la Giunta regionale della Lombardia ha finalmente attivato l’iniziativa “Progetto minibond“, nell’ambito delle misure previste dalla L.R. 19 febbraio 2014, n. 11 “Impresa Lombardia: per la libertà d’impresa, il lavoro e la competitività”.
Obiettivo del progetto è facilitare l’emissione di strumenti obbligazionari da parte delle pmi lombarde attraverso l’acquisto, da parte di Finlombarda spa di minibond emessi dalle pmi e la costituzione di un fondo di garanzia con una dotazione finanziaria di circa 18 milioni di euro a valere sull’Asse III del POR FESR 2014-2020.
L’intensità e il persistere della crisi e la progressiva difficoltà delle imprese ad accedere al credito hanno reso indispensabile individuare canali di finanziamento alternativi alle banche. Attraverso il piano Destinazione Italia e i decreti Sviluppo, Sviluppo-bis e Competitività, è stata istituita la normativa necessaria per favorire l’accesso ai minibond anche da parte delle piccole e medie imprese.
Questo, tuttavia, non è stato sufficiente. Il mercato non è decollato, anche perché la garanzia sul rimborso del capitale, destinata a dare sicurezza agli investitori, ha riguardato solamente il 17,1% delle emissioni, come emerge dal I Report Italiano sui minibond realizzato dal Politecnico di Milano in partnership con il ministero dello Sviluppo economico, Borsa Italiana e l’Aifi. La Lombardia – prima Regione italiana sia per emittenti (circa 1/3) che per emissioni (42%) - ha moltiplicato gli sforzi perché le imprese che operano sul proprio territorio possano sfruttare pienamente le potenzialità dello strumento obbligazionario: la Giunta regionale ha approvato il “Progetto Minibond” che, di seguito, illustriamo.
LE TRE AZIONI
Le imprese e, in particolar modo, le Pmi, troveranno più semplice raccogliere liquidità attraverso l’emissione di obbligazioni grazie a tre misure:
- 300 milioni per l’acquisto dei minibond: è stato istituito un plafond pari a 300 milioni di euro che saranno utilizzati da Finlombarda per acquistare i bond emessi dalle aziende. Di questi, 120 milioni sono a valere sulle risorse di Finlombarda stessa e 180 milioni sulle risorse di investitori istituzionali convenzionati o di investitori qualificati all’acquisto da parte di Finlombarda.
- 2,5 milioni per i voucher: nonostante le semplificazioni normative ideate a livello nazionale, non tutte le imprese sono attrezzate, in termini di competenze e risorse, per riuscire a emettere dei minibond: secondo il Report sui minibond, al 31 dicembre 2014, le Pmi erano “meno preparate per affrontare in termini di competenze e costi la richiesta di un rating e la predisposizione di garanzie legali sul prestito”. Per questa ragione, il provvedimento della Regione stanzia 2,5 milioni di euro in voucher per finanziare i costi connessi ai numerosi oneri legali e burocratici (di banca depositaria, per l’apertura del rapporto su Monte Titoli, di certificazione del bilancio d’esercizio, di prima quotazione sul mercato scelto dalle imprese).
- 18 milioni per il Fondo di garanzia: le risorse sono a valere sull’Asse III POR FESR 2014- 2020. Il Fondo, destinato alla parziale copertura del rischio, aumenta esponenzialmente la capacità di Finlombarda di acquistare titoli obbligazionari. La copertura del rischio, infatti, funge da leva finanziaria, tenuto conto che la percentuale di insolvenza da parte delle imprese consisterà sempre in una cifra inferiore alla cifra stanziata.
L’attuale contesto economico è purtroppo caratterizzato ancora dal perdurare della crisi, nella quale il fenomeno del razionamento del credito acuisce ancora di più le problematiche indotte dalla dipendenza strutturale delle imprese italiane dal credito bancario.
In particolare le PMI italiane nel contesto europeo mostrano una quota rilevante di debito commerciale, di prestiti a breve termine ed un basso ricorso all’equity.
Per questo motivo Regione Lombardia ha deciso di attivare, con il supporto di Finlombarda S.p.A, una prima iniziativa denominata “Progetto Minibond” volta ad individuare le imprese lombarde che hanno la potenzialità per emettere obbligazioni, assistendole – con il fine di accelerare lo sviluppo di tale mercato – sia nella strutturazione delle operazioni di emissione che nell’acquisto di quote di obbligazioni.
“Con la delibera di giunta approvata, abbiamo messo a disposizione 320 milioni per sostenere le imprese lombarde, in particolare 300 milioni per l’operazione di emissione dei mini bond, due milioni e mezzo per i voucher e 18 milioni per il fondo di garanzia a parziale copertura del rischio assunto dagli investitori che acquistano i mini bond emessi dalle piccole e medie imprese”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni aggiungendo che con questa operazione si punta a facilitare l’accesso al credito delle imprese lombarde. “Una difficoltà che rappresenta una delle questioni più importanti e in questo senso c’è un impegno forte della Regione – ha detto ancora Maroni – anche attraverso l’iniziativa dei mini bond”.
“La soluzione – ha spiegato l’assessore regionale all’Economia, Massimo Garavaglia – è una misura importante, perché la Lombardia da sola fa un terzo dell’export italiano e con l’export si tiene in piedi tutto il Paese. Noi abbiamo un gruppo importante di cosiddette multinazionali tascabili, quelle piccole e medie imprese fortissime all’estero ma che necessitano di investimenti. Il mercato del credito è molto sofferente e con questa iniziativa facciamo subito partire concretamente i mini bond, con 300 milioni subito disponibili: di questi, 120 li mette FinLombarda e il resto un pool di banche. Si fa così partire un mercato non ancora pienamente sviluppato in Italia”. “La Regione – ha aggiunto Garavaglia – acquisterà parte di queste emissioni, dando così un segnale forte: la Regione stessa, per prima, crede in questa misura, vero volano per la ripresa economica. Siamo sicuri che da questa misura si otterrà un volano molto importante per l’export e la ricerca per le imprese lombarde”.
“Il progetto dei mini bond – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione, Mario Melazzini – attua concretamente e in modo innovativo quanto previsto dalla legge 11 “Impresa Lombardia” nata per aiutare le imprese anche per quanto riguarda l’accesso al credito. Tra i contenuti principali della Legge, infatti, avevamo messo lo sviluppo di canali alternativi a quello bancario e i mini bond puntano esattamente a consentire alle imprese lombarde di finanziare i propri piani di investimento”.
OBIETTIVI
Facilitare l’accesso al credito delle imprese lombarde, attraverso l’utilizzo di un canale alternativo a quello tradizionale bancario, per finanziare i propri piani di investimento
AZIONI
- Acquisto Minibond da parte di Finlombarda S.p.A.
- Voucher
- Fondo garanzia (a parziale copertura del rischio)
DESTINATARI
Imprese che abbiano i seguenti requisiti:
- sede legale e/o operativa in Regione Lombardia;
- siano iscritte al registro delle imprese;
- siano costituite in forma di società di capitali;
- abbiano avuto nella media degli ultimi due esercizi un fatturato civilistico (o consolidato se esistente) non inferiore a 5 Mln di euro;
- Margine Operativo Lordo (MOL) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato superiore al 5% dei Ricavi;
- Rapporto tra Posizione Finanziaria Netta (PFN) e Patrimonio Netto (Leverage) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato non superiore a 2,5;
- Rapporto tra PFN e MOL non superiore a 5;
- Rapporto tra MOL e Oneri Finanziari non inferiore a 3;
- siano attive in uno dei settori di attività della classificazione ATECO 2007, ad esclusione dei settori ATTIVITA’ IMMOBILIARI e ATTIVITA’ FINANZIARIE E ASSICURATIVE, fatte salve le esclusioni previste dal Regime di aiuto adottato.
Sono escluse, in ogni caso, dall’operazione le Imprese:
- che rientrano nel campo di esclusione di cui all’art. 1 del Regolamento CE 1407/2013 sul de Minimis;
- definite come Micro Imprese in base ai parametri stabiliti nell’Allegato 1 del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione;
- che abbiano ricevuto e successivamente non rimborsato, ovvero che abbiano depositato in un conto bloccato, gli aiuti sui quali pende un’ingiunzione di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune, ai sensi di quanto previsto dal Regolamento CE n. 659/1999 del 22 marzo 1999 recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del Trattato CE
- che siano in stato di liquidazione o sottoposte a procedura concorsuale;
- che non siano in regola con le vigenti norme in materia di lavoro e prevenzione degli infortuni