Un nuovo Fondo di credito, che consentirà di erogare prestiti alle aziende agricole a tassi «sensibilmente inferiori a quelli di mercato». E alle regioni di accelerare la spesa dei Psr. Sono queste le novità emerse nel corso di un incontro terminato con la decisione di costituire un tavolo tecnico permanente, coordinato dal Mipaaf, con la partecipazione di Abi e Ismea, ove affrontare le questioni relative all'attuazione della ristrutturazione dei debiti delle imprese agricole. Il dispositivo, contenuto nella manovra di luglio, conosciuto anche come «norma Romano», che permette ai produttori in stato di crisi o di insolvenza di accedere agli accordi di ristrutturazione dei debiti e alla transazione fiscale.
Il fondo di credito
Lo strumento, nel maggio scorso, ha incassato il placet da Bruxelles, che ha dato via libera al regime di agevolazione basato sul calcolo dell'intensità di aiuto proposto da Ismea. E' impastato sul criterio dell'Equivalente sovvenzione netta (Esn). Il fondo di credito metterà a disposizione delle aziende agricole, attraverso Ismea, le regioni che lo vorranno, e il sistema bancario, nuove risorse. In seconda battuta, potrebbero essere impegnate a sostegno del comparto anche risorse del dicastero di via XX settembre. A quadro completato, dunque, i soggetti erogatori dovrebbero essere due: il ministero delle politiche agricole per le risorse nazionali e la singola regione per le risorse messe a disposizione su scala territoriale.
Il meccanismo è quello di un fondo rotativo, che si autoalimenta con i rientri delle rate; questo consentirà di erogare agli operatori Agricoli prestiti a tassi sensibilmente inferiori a quelli di mercato. Il fondo rotativo sarà in capo a Ismea, che farà da soggetto gestore, coordinando la rete operativa degli istituti di credito. In pratica, le banche opereranno come sportelli del Fondo sul territorio, ma solo dopo essere state selezionate mediante procedura di gara. La selezione avverrà ogni anno. Le risorse del fondo verranno utilizzate dalle banche per fornire credito alle imprese agricole a tassi inferiori a quelli di mercato, mentre parallelamente le banche attiveranno finanziamenti a tassi di mercato.
Quindi, ci saranno due canali di finanziamento: un canale lavorerà a tasso agevolato (per la quota parte relativa al fondo di credito), l'altro canale lavorerà a tasso ordinario (per la parte relativa agli impieghi attivati da ogni singola banca). La sommatoria dei due canali finanzierà direttamente l'impresa. Lo strumento, in prima battuta, verrà utilizzato nell'ambito dei piani di sviluppo rurale. Le regioni che decideranno di partecipare al Fondo di credito, dovranno chiedere alla commissione europea una modifica del proprio piano di sviluppo rurale, finalizzata all'inserimento di «una linea credito» dedicata.
Sul piano strutturale, il Fondo di credito sarà sezionato in fondi segregati. Ciascuno di essi sarà riferito a una singola regione o al Mipaaf. Ogni fondo segregato erogherà risorse esclusivamente in base alle priorità di spesa dettate dalla p.a. che lo alimenta. Il presidente di Ismea, Arturo Semerari ha spiegato così la nuova leva finanziaria: «il ministro ha già annunciato il Fondo di credito alle regioni, all'Abi e alle banche. Lo strumento servirà principalmente a farsi che gli imprenditori agricoli, che vogliano accedere a fonti di finanziamento pubblico e privato abbiano un veicolo unico, che contenga sia la quota pubblica, sia la quota privata di finanziamento. Inoltre, cosa non da poco, il Fondo sarà molto utile alle regioni perchè consentirà loro di accelerare le procedure di spesa». Se tutto andrà bene «e le regioni interessate chiederanno tempestivamente la modifica dei loro Psr, il fondo di credito potrebbe partire entro fine anno», ha chiosato Semerari.
All'operazione ha dato forza anche il ministro Romano, che ha dichiarato: «l'accesso al credito a condizioni più favorevoli, soprattutto per i giovani è uno dei principali stimoli per il rilancio del settore agricolo, che sconta ancora, come effetto della crisi, una carenza generalizzata di liquidità».
Gli altri strumenti Ismea
L'istituto guidato da Semerari ha presentato al Mipaaf anche gli altri due strumenti che reca in dote. Il primo, le garanzie dirette o a prima richiesta esiste da tre anni e sta registrando tassi di crescita a tripla cifra. Si tratta di prodotti differenziati che, in funzione delle esigenze delle imprese, assicurano, con le fideiussioni, il rientro dell'esposizione in caso di inadempimento del beneficiario. Tra questi, una delle ultime novità è rappresentata dalla Lettera di garanzia (G-Card), una prevalutazione dell'azienda che precede la richiesta di finanziamento della banca.
L'impresa in possesso della Lettera di garanzia potrà, in sostanza, recarsi presso qualsiasi sportello bancario e presentare istanza di finanziamento a fronte del quale potrà richiedere, attraverso una procedura semplificata, una garanzia nei limiti dell'importo indicato. Il secondo strumento, che si affianca alle garanzie dirette è quello delle garanzie sussidiarie; di tipo mutualistico scattano automaticamente per ripianare le perdite subite dalle banche finanziatrici a conclusione delle procedure esecutive nei confronti del debitore (agricoltore).