Da idea a impresa solo andata. Viaggio non privo di ostacoli, soprattutto nella fase di ricerca diinvestimenti. L'Italia ha un sistema di finanziamenti allo sviluppo più arretrato rispetto agli USA o ad altri paesi più attenti all'innovazione, però non si può dire che manchino forme di incentivo per chi ha un'idea e vuole trasformarla in impresa innovativa. Dai prestiti bancari ai fondi pubblici, dagli incubatori d'impresa alle grande aziende che investono nelle idee, passando per i business angels. Una rassegna con i più interessanti modi per avviare una start-up.
Seed e Venture Capital
La novità maggiore nel settore degli investimenti nelle start-up è il seed capital. Almeno in Italia, dove questa forma di venture capital è ancora poco sviluppata. A differenza degli Stati Uniti, che puntano molto su queste tipologie di investimenti a rischio, che in genere si assumono i business angels, gli angeli degli affari. Dpixel, Start Up Design Lab e SeedLab, alcuni degli esempi italiani di seed capital.
Uno dei maggiori fondi italiani di venture capital è Innogest: 80 milioni di euro a disposizione, dedicati alla fase di seed e early stage, vale a dire nella prime fasi della vita di un'impresa. Italiane, giovani e ad alto potenziale di crescita: questo il target di aziende finanziate da Innogest. Imprese che appartengono soprattutto ai settori delle telecomunicazioni, Ict, energie rinnovabili, biomedicale e meccanica avanzata, su cui Innogest investe, in fase di start-up, fra i 200.000 e i 2 milioni di euro.
Dpixel è una società di venture capital, con sede a Milano. “Helping Internet startups take off”, recita lo slogan della società milanese. Aiutare la nascita di imprese ad alto valore di innovazione, operanti nel settore dell'Ict. Quindi, chi ha un'idea la sottopone al team di esperti di Dpixel, nella speranza di ricevere un finanziamento. Una procedura che passa interamente per il web: ci si collega a dpixel.it e si inviano curriculum citae, lettera di presentazione e un abstract del progetto che si intende realizzare.
Numerose le società finanziate da Dpixel. Da Iubenda, un'applicazione per gestire le privacy policy del proprio sito, a Vivaticket, start-up specializzata nella vendita online di biglietti.
Milanese anche Principia Sgr, una società di venture capital che gestisce fondi per 90 milioni di euro, attraverso due strumenti: Principia Fund e Principia II. Il primo è un fondo da 25 milioni di euro, dedicato soltanto a società non quotate, la cui mission è legata ad attività di ricerca e applicazione industriale della ricerca stessa. Principia II è un fondo da 63 milioni di euro, dedicato alle imprese innovative localizzate nel Centro-Sud Italia, escluso il Lazio. Quattro le aree di investimento interessate: applicazioni per la mobilità del mercato consumer e business; e-commerce e e-service; entertainment digitale; tecnologie “hard&soft”.
Le forme di finanziamento di idee innovative assumono varie forme, da borse di studio a progetti. Come SeedLab, programma di accelerazione d’impresa che prevede la selezione di venti proposte ad alto contenuto innovativo. Alle spalle, c'è TTSeed, strumento finanziario messo a punto da TTVenture e sostenuto da fondazioni bancarie, che offre borse di studio del valore di 30.000 euro per permettere alle idee innovative di partecipare al programma SeedLab.
Servizi, tecnologia, energia rinnovabile. Questi i settori d'investimento diA.M.E. Ventures, società di venture capital, ancora una volta milanese, cui è possibile sottoporre proposte via email.
E ancora, 360° Capital Partners, società di venture capital che investe in aziende ad alto contenuto innovativo attive soprattutto in Italia e Francia e che gestisce un fondo di oltre 100 milioni di euro. Active scouting, screening, business analysis, deal structuring and negotiation, closing e companies follow up. Le fasi di investimento coprono a 360° l'avvio dell'azienda e i fondi sono suddivisi in tre direzioni: l'85% va alle aziende giovani e dal forte contenuto innovativo; 10% a aziende quotate del segmento small cap e il 5% dei fondi va in ivnestimenti seed in progetti dal forte contenuto tecnologico.
Alle piccole e medie imprese innovative, tipiche del panorama economico italiano, si rivolge PmiEquity, investitore istituzionale di private equity e venture capital, accreditato presso il ministero delle Attività produttive.
Lo sviluppo, seppur graduale, del venture capital nello Stivale è dimostrato dallo sbarco in Italia di 99 designs, un network per il design creativo condiviso che da quando ha mosso i primi passi ha ospitato più di 184 mila concorsi internazionali di graphic design commissionati da start-up, piccole aziende e altre organizzazioni.
Business Angels
Seed e venture capital fanno rima con business angels, i cosiddetti angeli degli affari che investono in progetti innovativi: ex imprenditori e manager che dispongono di mezzi finanziari, di una buona rete di conoscenze e di un buon bagaglio di esperienze. Gruppi di investitori informali organizzati in reti locali – Business Angels Network – disposti a finanziare start-up attraverso una partecipazione al capitale di rischio. A differenza del seed capital, i business angels supportano non solo le idee, ma anche le start-up già avviate
Benché in Italia questa forma di investimento non sia ancora diffusa capillarmente, è un italiano il miglior business angel d'Europa 2011. Francesco Marini Clarelli, presidente di Italian angels for growth. A premiarlo nel 2011 è stata l'Eban, l'associazione di categoria europea.
Italian angels for growth investe su start-up e giovani aziende, con un fatturato medio in entrata compreso entro i 2 milioni di euro, con un elevato potenziale di crescita e scalabilità. L'investimento iniziale dei business angels va dai 300.000 agli 800.000 euro, con possibilità di co-investimento fino a 2 milioni. Obiettivo: raggiungere, grazie ai fondi e ai consigli del Iag, un fatturato di almeno 5 milioni di euro al terzo-quinto anno. Una volta avviata l'azienda, i soci investitori Iag entrano a farne parte, occupando ruoli nel Board o nell'Advisory Board.
Fra le start-up finanziate da Iag figurano Win, società che realizza un dispositivo biomedicale wireless che permette il monitoraggio da remoto di pazienti affetti da patologie croniche, e On-Sun Systems, produttore di pannelli a concentrazione solare innovativi, dotati di maggiore efficienza energetica.
Angels e Super angels. Una nuova figura di investitore si è già imposta nella Silicon Valley e inizia a fare la sua comparsa anche in Europa. I Super angels sono un po' angeli un po' venture capitalists: come i primi investono nella fase iniziale della start-up, e come i secondi raccolgono fondi da investire. La differenza maggiore rispetto alle forme di venture capital finora analizzaste sta nel fatto che i Super angels non pretendono un posto in cda e richiedono una quota di capitale ridotta. Così, gli imprenditori si sentono più liberi di agire.
In Europa a rappresentare i Super angels c'è Connect Ventures, rete di venture capitalists che oepra a livello europeo e sostiene aziende in fase di start-up nei settori Internet e mobile.
Crowfunding
Folla più finanziamento uguale crowdfunding. In pratica, un gruppo di persone che mette in comune denaro per sostenere progetti di singoli o associazioni. Un concetto semplice, simile al fare colletta, cui ha fatto ricorso anche il museo del Louvre, lanciando una colletta web – “tous meneces”, tutti mecenati – che ha raccolto il milione di euro mancante per acquistare il dipinto di Lucas Cranach, Le tre Grazie.
Le web communities, in effetti, sono il luogo ideale per far incontrare domanda e offerta: le idee dei creativi con chi è disposto a fare da mecenate. Nascono così le piattaforme di crowdfunding – Indiegogo eKickStarter le più famose. In Italia il crowdfung fatica ad imporsi. Una delle rare eccezioni è Eppela, piattaforma web che permette di presentare gratuitamente un progetto da sottoporre alla community di potenziali investitori. In questa stessa categoria si collocaStarteed. Anche in questo caso è l'utente a presentare il proprio progetto alla community di potenziali investitori. Ma – e qui sta la differenza rispetto alle altre piattaforme di crowdfunding – l'utente è allo stesso tempo uno dei finanziatori, grazie alla sua piccola quota di iscrizione. Sta poi a quest'ultimo stabilire la durata della raccolta fondi, ed indicare l’importo minimo per trasformare l'idea in realtà. Pubblicata l'idea, viene poi votata e commentata dagli utenti.
Nel resto del mondo, al contrario, il crowdfunding è esploso già nel 2011, come testimonia un'analisi condotta dalla società di ricerca specializzata Massolution: le 170 prese in considerazione, avrebbero raccolto in tutto 1 miliardo e mezzo di dollari e finanziato circa un milione di progetti nel corso del 2011.
Più diffuso nel nostro paese è una altra forma crowd di business, il crowdsourcing: la web community, in questo caso, non punta tanto alla raccolta fondi, quanto alla creazione condivisa di idee e progetti.