Le analisi del Barometro Crif evidenzia che nel primo trimestre del 2011 la domanda di credito da parte delle imprese italiane si conferma sostanzialmente in linea rispetto allo stesso periodo del 2010, quando però si era registrata una brusca frenata in confronto al 2009.
Analizzando l'andamento degli ultimi anni, da quando sono emersi i primi segnali di congiuntura economica negativa, emerge infatti il notevole incremento registrato nel corso del primo trimestre del 2009 rispetto al 2008 (+25%), seguito da una contrazione della domanda nel primo trimestre 2010 (-8% sul 2009) e dalla "crescita zero" della domanda nel primo trimestre 2011.
Guardando l'andamento cumulato della domanda, il primo trimestre 2011 registra una crescita, rispetto al primo trimestre del 2007, del 22%. Essendosi verificato il picco della domanda nel primo trimestre 2009, si osserva come nel primo trimestre del 2011 la domanda resti inferiore rispetto al picco di 2 anni fa dell'8%.
Queste evidenze emergono dall'analisi del patrimonio informativo di Eurisc, il Sistema di informazioni creditizie di Crif, che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie di cui 8 milioni relative a imprese. Nello specifico, la domanda di credito rileva in modo puntuale il numero di pratiche di richiesta inoltrate dalle imprese agli istituti di credito, quindi non semplici richieste di informazioni, fornendo una indicazione tempestiva e attendibile del sentimento delle imprese.
"L'andamento della domanda di credito - spiega Enrico Lodi, Direttore generale Credit Bureau Services di CRIF - rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare il polso alle imprese e valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad investire. Si parla infatti normalmente di trend del credito erogato, dimenticando completamente la dimensione della domanda di credito operata dalle imprese. Il trend che abbiamo registrato sulle richieste dal momento in cui la crisi economica, a fine 2008, ha cominciato a farsi sentire mette in evidenza come le imprese italiane, dopo avere avuto una reazione quasi 'di pancia', con un picco di domanda che ha avuto il suo culmine nel primo trimestre 2009 (come se l'aspettativa fosse di un imminente e drammatico razionamento del credito), si siano via via riposizionate su livelli di domanda commisurati alle reali esigenze, in attesa del consolidamento della ripresa".
"L'apparente stagnazione della domanda nel primo trimestre 2011 rispetto al pari periodo dell'anno scorso - aggiunge Lodi - potrebbe essere stata condizionata anche da un fattore contingente: l'attesa di comprendere gli effetti del rinnovo della cosiddetta 'moratoria', siglata a febbraio tra le associazioni di categoria dei datori e prestatori di credito, sotto l'egida del Ministero dell'Economia".
Analizzando la distribuzione complessiva delle richieste effettuate dalle imprese, dal Barometro Crif emerge come nel primo trimestre 2011 ci sia stato un graduale spostamento verso la fascia di importo più bassa rispetto al medesimo periodo 2010, dinamica che potrebbe essere interpretata come un ulteriore segnale di prudenza da parte delle imprese.
"Lo spostamento delle preferenze delle imprese verso la fascia di importo più contenuto può essere interpretata - commenta Lodi - in due modi: una chiave opportunistica e prudenziale, legata alla maggior facilità di accedere al credito per importi più contenuti in attesa che i positivi segnali di ripresa degli ordinativi, già registrati negli ultimi mesi, si consolidino ulteriormente in favore di una maggior sostenibilità del servizio del credito in relazione a un migliorato equilibrio economico-finanziario prospettico dell'impresa che lo richiede; una chiave gestionale, riconducibile alla ottimizzazione e innovazione dei processi di produzione operata durante i mesi più bui della crisi, che ha ridotto la necessità di accompagnare l'utilizzo di risorse proprie con l'accensione di nuove linee di finanziamento per sostenere l'attività aziendale".